sabato 22 gennaio 2011

TUTINO TUTELA TUTINO!

Dalla commedia alla farsa: in seguito al riuscitissimo sciopero di Palermo, supportato da una unità sindacale che, ai tempi di Marchionne appare come un miracolo e non secondariamente, dal coraggio e dalla fermezza dei lavoratori , il Maestro-presidente-direttoreartistico-sovrintendente-compositore, prende le difese di se stesso e fa scrivere all'Anfols attualmente capeggiata dall'altro se stesso Presidente e dal suo amico Cognata, un vibrante comunicato di protesta, contro lo sciopero dei sindacati di Palermo (come osano!) rei a suo dire di attaccare ingiustamente, tra le numerose identità del nostro, nientemeno che quella di artista!!!! La replica dei sindacati di Palermo val la pena di essere letta integralmente, e perciò la pubblichiamo volentieri, con l'invito a quei lavoratori di non cedere e non sfilacciarsi dando a tutti noi qualche motivo di speranza per...un Anfols migliore!


Segreterie aziendali Teatro Massimo - Palermo
Le scriventi OO.SS. proclamatrici delle sciopero del 20 u.s., presa visione della nota anfols, sono a chiarire quanto segue:
Lo sciopero è stato proclamato a seguito di una consulta assembleare, che ha ampiamente condiviso la proposta di sciopero, come poi confermato dall’elevatissima percentuale di adesione, sulla base di ben tre motivazioni. Di queste, due afferiscono alla gestione Cognata (esternalizzazione e prepensionamenti, trattenute per malattia). All’anfols è sfuggito il “piccolo” dettaglio.

Sappiamo anche noi che il M° Tutino "è impegnato in questa produzione nella qualità di
artista-compositore e non in quella di manager di un teatro"
. Ma abbiamo osservato che il M° Tutino/compositore è venuto a Palermo accompagnato dal M° Tutino/Presidente dell’anfols, e giacché riteniamo di non essere di fronte ad alcun caso clinico di “scissione dell’io”, la protesta che ha motivato lo sciopero era rivolta a quest’ultimo, ossia il Tutino/Presidente, inscidibilmente “commisto” col Tutino/compositore. Condizione determinata da madornali conflitti di interesse, e che verosimilmente si verificava anche quando il Ministro Bondi chiedeva ed otteneva suggerimenti su come sistemare le questioni delle fondazioni.

Lo sciopero quindi, era teso a manifestare il totale dissenso dei lavoratori del Massimo palermitano verso quella precipua attività istituzionale, come chiaramente enunciato nel comunicato, di cui nessuna parola è stata indirizzata all’Opera musicale Senso.
Vale a dire che specularmente all’attività di Presidente svolta dal M° Tutino, i lavoratori hanno inteso tutelare i loro interessi lavorativi, che una visione distorta vorrebbe contrapposti ed in conflitto con le Fondazioni.
E’ assolutamente sconsiderato ritenere che il futuro delle Fondazioni possa essere perseguito sacrificando i lavoratori. Nessuna Fondazione si salverà, se non saranno salvaguardati i diritti di chi, col proprio lavoro contribuisce quotidianamente a costruire l’essenza e l’identità stessa delle Istituzioni.

Il tentativo maldestro di attribuirci inesistenti censure artistiche è prontamente rispedito al mittente: in questa sede l’unico oggetto di controversia è esclusivamente la materia lavorativa. Infatti il M° Tutino ha cercato in ogni modo di attribuire ai dipendenti delle fondazioni liriche le responsabilità della crisi del sistema, come si desume in maniera incontrovertibile dalle dichiarazioni che ha reso alla stampa ed in ogni sede ufficiale. E’ superfluo riportare stralci di interviste in cui egli palesa la sua analisi suggerendo altresì la soluzione dei problemi, basterà a ciascuno dare una rapida lettura alle rassegne stampa, per capire lo scientifico accanimento contro i lavoratori. Appare quindi esagerato l’allarme dell’anfols sulla libertà di espressione artistica di Tutino, mentre è da stigmatizzare l’indifferenza dell’associazione verso quelle libertà di espressione artistica di migliaia di musicisti, messa in pericolo dalle scorrerie del loro Presidente, guarda caso musicista anch’egli.

Vero è che “non può esistere alcun legame tra l'attività del Maestro Tutino e le riduzioni del finanziamento pubblico al sistema dei teatri lirici italiani", ma è altrettanto vero che quando un artista altamente qualificato ed “impegnato”, di comprovata onestà intellettuale come il M° Tutino offre dichiarazioni pubbliche aventi il seguente tenore: “I teatri che non hanno una compagnia stabile vanno avanti benissimo con 60 persone”, sta suggerendo - nemmeno tanto implicitamente - che si può tirare avanti anche con meno risorse pubbliche, a discapito della platea dei lavoratori. Invito prontamente accolto da una classe politica sorda e cieca ai bisogni della Cultura agonizzante. Farebbe meglio l’anfols, quindi, a soppesare di più il contenuto delle sue dichiarazioni ufficiali.
Le scriventi quindi pur apprezzando la difesa d’ufficio a favore del Presidente anfols, stigmatizzano il patetico e goffo tentativo di disegnare un nuovo martire nel M° Tutino come se fosse “oggetto di attacchi personali", laddove sono i lavoratori ad essere bersaglio sconsiderato di manovre scellerate da parte dell’anfols, e verso cui hanno legittimamente protestato, con gli strumenti riconosciuti dalla legge.

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mercoledì 19 gennaio 2011

PALERMO-BOLOGNA: OPERAZIONE VERITA'

Finalmente un po' di luce viene gettata dai lavoratori del Massimo sull'umbratile liaison Tutino-Cognata.
I sindacati all'unisono, confortati dal sostegno plebiscitario dell'assemblea, proclamano lo sciopero per la prima di “Senso” l'opera del compositoredirettoreartisticosovrintendente, acquistata e allestita col pubblico denaro proveniente dalle povere casse del Massimo.
L'ormai ex direttoreartisticosovrintendente, ma ancora compositore, insomma, il tuttologo Signor Tutino Marco, è stato opportunamente sostituito alla guida del Comunale di Bologna da un Sovrintendente vero, Francesco Ernani, già salutato dai più come risanatore e pacificatore non solo delle relazioni sindacali e dei bilanci del Teatro Comunale, ma, si spera, anche della situazione nazionale e della compagine ANFOLS, maciullata dagli inseparabili Tutino e Cognata, quest'ultimo ancora alla guida del Teatro di Palermo.
Col ricambio in questione si può finalmente sperare nella riapertura di un dialogo serio, assente oramai dal 2005, allorchè, capofila il Senatore Asciutti, si iniziò la sciagurata demolizione della cultura italiana, culminata nel Decreto Bondi e nel dimezzamento del FUS. 
Allora, i capofila Erano Valter Vergnano ( i Valter ultimamente hanno un particolare potenziale autodistruttivo...)tutt'ora vistosamente ostile ad Ernani, Vianello, Di Benedetto ,il ba-bau di Genova.
Dialogo che dovrà servire ad elaborare una vera riforma del sistema lirico italiano, abrogando il Decreto Bondi e riscrivendo un Contratto di lavoro moderno e frutto dell'esperienza e del buon senso.
Ultimo ostacolo che resta su questa strada difficile, è l'aggrappamento disperato del Tutino alla poltrona di Presidente dell'Anfols, non si sa con quali titoli, visto che non è nemmeno riuscito a portare a termine uno solo dei compiti assegnatigli: non un accordo, nemmeno uno straccio di documento congiunto con i sindacati, peraltro convocati assai di rado, per non incorrere nel fastidioso problema di entrare nel merito di argomenti di tecnica contrattuale di cui il poverino è totalmente all'oscuro.
Insomma, al nostro, lo stile Mirafiori proprio non è riuscito, perchè per praticarlo bisogna saper almeno di cosa si parla.
Nonostante l'ampio appoggio ministeriale e la medaglia di CONSIGLIERE DELLA RIFORMA BONDI: ruolo che Tutino oggi nega di aver avuto, mentre fino a ieri se ne vantava, come si può ricavare dalla stampa dell'epoca e persino da una seduta della commissione Bilancio del Comune di Bologna (12 Gennaio 2009) dove si può apprendere dalla viva voce del nostro come lui sia stato il principale interlocutore del Ministero per la riforma in questione.

L'auspicio ora è che venga posta fine anche al brillante contributo dell 'amico inseparabile Cognata, altro campione della totale uccisione di ogni dialogo coi protagonisti della produzione artistica, allontanando definitivamente la micidiale accoppiata dalla lirica italiana e destinandola a più alti incarichi...così che si possa riprendere a lavorare seriamente.

Il ripristino del FUS auspicato persino da una parte della maggioranza è però condizione pregiudiziale a qualunque ripresa. Senza di esso infatti non si potrà che chiudere i battenti entro l'anno, e questo varrà per tutti, eccellenze incluse.

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